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Afghanistan: il grande gioco

miotto
raccontato da
Angelo Miotto
 
di
Lee Blessing
David Greig
Ron Hutchinson
Stephen Jeffreys
Joy Wilkinson

 
con
Claudia Coli
Michele Costabile
Enzo Curcurù
Leonardo Lidi
Michele Radice
Emilia Scarpati Fanetti
Massimo Somaglino
Hossein Taheri

 
Questa intervista, questo incontro è immaginario, dice la giornalista. E Najibullah risponde: come l’Afghanistan, un Paese immaginario, immaginato dagli stranieri. Dai russi, dagli inglesi in quello che è stato battezzato proprio da un militare britannico ‘il Grande Gioco’ e che prosegue oggi con le notizie di cronaca, che conosciamo.

 

Notizie non solo dal fronte, Talebani e razzi, quel che resta della Coalizione e marines. Ma notizie che abbiamo a un passo dalle nostre vite, davvero. Inizia così e così doveva essere: i numeri di chi scappa dal cerchio della guerra, quella che abbiamo esportato, le armi che abbiamo venduto, che abbiamo trafficato, che vanno a finire di qui e di là e che creano solo morti, feriti e instabilità. E gente che lascia la sua terra.

 

In “Afghanistan, Il Grande Gioco”, di Ferdinando Bruni/Elio De Capitani con i video di Francesco Frongia, la struttura è un progress di cinque quadri (che troveranno compimento nell’allestimento del 2018 quando i quadri finali saranno tredici, come commissionato ad altrettanti autori dal Tricycle Teather di Londra): ogni azione teatrale è anticipata e seguita da una punteggiatura video che come in un cinegiornale ci fornisce molte informazioni per creare una mappa di contesto rispetto a quello che si svolge sulla scena.

 

Il grande Gioco, appunto, i russi, gli inglesi, spie e servizi segreti, interessi economici e di influenza, che vedremo affrontati dai bravi attrici e attori in poco meno di tre ore di spettacolo.