Menu


"Knowledge is power."  Francis Bacondivisorio"Always forgive your enemies - nothing annoys them so much."  Oscar Wildedivisorio"Life is a tragedy when seen in close-up, but a comedy in long-shot." Charlie Chaplindivisorio"If you want a happy ending, that depends, of course, on where you stop your story." Orson Wellesdivisorio"Life is divided into the horrible and the miserable."  Woody Allendivisorio"Cela vieillit, tu sais, d'être une jolie fille sans un sou." Jean Anouilh divisorio"Hell is empty and all the devils are here."  William Shakespearedivisorio"Acting is a nice childish profession - pretending you're someone else and, at the same time, selling yourself."  Katharine Hepburndivisorio"If you don't know where you are going, any road will get you there." Lewis Carrolldivisorio"I'll always be there because I'm a skilled professional actor. Whether or not I've any talent is beside the point." Michael Cainedivisorio"The nicest thing for me is sleep, then at least I can dream." Marilyn Monroedivisorio"La meilleure crème de beauté, c'est la bonne conscience." Arlettydivisorio

American Blues

miceli
raccontato da Stefano Miceli
 
di Tennessee Williams
 
con:
Elena Russo Arman, Margherita Ortolani e Fabio Paroni

traduzione di Gerardo
Guerrieriregia
 
regia, scene, costumi Giuseppe Isgrò
 
 

Avrei dovuto capirlo subito, appena entrato.

Tra tutti i possibili blues da piangere, They’re red hot è il più scanzonato, ripetitivo e sfrontato.

Perché è un ragtime. E quando è un ragtime ad accoglierti, non sai mai dove si va a finire.

 

Prima di sedermi sulla poltrona rossa avevo fatto i compiti, ripasso di Tennessee Williams: Lirica della miseria, retorica del sacrificio, lacerazioni familiari, lavorio annichilente della società sull’individuo e, infine, i bagliori delle umane resistenze. Mi aspettavo il buio dell’anima quindi, e i silenzi tragici della povertà.

 

Mi accoglie invece una stridula Esmeralda con in mano una macchina da presa, inquadra la sua corte dei miracoli incantata in una ripetizione ossessiva degli stessi movimenti.

 

Quando Robert Johnson termina il suo elettrico ritornello, il mondo che esplode davanti agli occhi lascia senza fiato. Sirene d’allarme, luce rossa, topi volanti, chitarre elettriche distorte e blues primordiali in loop continuo; la signora Pociotti è un uomo, la voice-off non smette un attimo di martellare, i tre sul palco cambiano e scambiano ruoli, generi e manie isteriche.

 

La febbre sale di continuo, ogni personaggio sprizza vita e lucida follia, l’esprezzo razzo fischia tra le pianure del Tennessee e del Missouri, destinazione New Orleans, Louisiana. I personaggi non chiedono altro che di essere amati.