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figli senza volto

todeschini
raccontato da Alessia Todeschini
 
di Ida Farè
 
con:
Natascia Curci

regia di
Aldo Cassano con Natascia Curci
 
aiuto regia
Antonio Spitaleri
 
audio
Antonio Spitaleri, Luigi Galmozzi
 
 

Molto spesso si cenava con pasta al burro e noce moscata grattugiata sopra.

Che schifo, direte voi.

Ma passarsi tra le mani quel grattugino piccolo piccolo che si tiene solo tra pollice e indice e grattare quella ghianda raggrinzita e dura era diventato in quel periodo un rituale corrente che poi, col tempo, quando la cucina di mia mamma si è evoluta, si è perso. No, non lo rimpiango, ma associo a quel sapore e a quel gesto due conversazioni importanti della mia vita, fatte, appunto, con mia mamma. Il primo dialogo riguarda il teatro.

 

Scena 1.

Cucina. Interno giorno. Madre e figlia sedute al tavolo.

“Sei proprio sicura, che vuoi farla, questa scuola?”, mi chiede lei passandomi il grattugino.

“Mm mm”, le rispondo e spero non mi chieda altro.

“Posso chiedere perché?”

“Non lo so”, le dico.

“Cosa vuol dire che non lo sai?”

Fisso le briciole di noce depositarsi sugli spaghetti e penso che in effetti non posso non saperlo.

“Forse il teatro ci fa guardare dentro la vita senza sbavature, senza sprechi. Dritto al sodo. E poi ci sarà una mensa dove mangiare decentemente, in questa scuola”.

Lei mi dà un bacio e mi dice “Allora falla”, che è un modo per dire “Brava, che risposta intelligente, sono stra-orgogliosa di te, sei proprio la mia bambina, sangue del mio sangue, mi sembri coraggiosa, ti divertirai, ti voglio bene e non raccolgo la battuta sulla pasta al burro”.