Menu


"Knowledge is power."  Francis Bacondivisorio"Always forgive your enemies - nothing annoys them so much."  Oscar Wildedivisorio"Life is a tragedy when seen in close-up, but a comedy in long-shot." Charlie Chaplindivisorio"If you want a happy ending, that depends, of course, on where you stop your story." Orson Wellesdivisorio"Life is divided into the horrible and the miserable."  Woody Allendivisorio"Cela vieillit, tu sais, d'être une jolie fille sans un sou." Jean Anouilh divisorio"Hell is empty and all the devils are here."  William Shakespearedivisorio"Acting is a nice childish profession - pretending you're someone else and, at the same time, selling yourself."  Katharine Hepburndivisorio"If you don't know where you are going, any road will get you there." Lewis Carrolldivisorio"I'll always be there because I'm a skilled professional actor. Whether or not I've any talent is beside the point." Michael Cainedivisorio"The nicest thing for me is sleep, then at least I can dream." Marilyn Monroedivisorio"La meilleure crème de beauté, c'est la bonne conscience." Arlettydivisorio

Il giardino dei ciliegi

montedororaccontato da Marialuisa Montedoro
 
di Anton Čechov
 
uno spettacolo di
Ferdinando Bruni

con
Ida Marinelli
Elio De Capitani
Federico Vanni
Elena Russo Arman
Luca Toracca
Nicola Stravalaci
Corinna Agustoni
Carolina Cametti
Fabiano Fantini
Vincenzo Giordano
Marco Vergani
Liliana Benini

 

Non è un caso, forse, che la tubercolosi abbia posto fine alla vita di Čechov pochi mesi dopo la prima rappresentazione de Il Giardino dei Ciliegi, l’ultimo lavoro di questo gigantesco drammaturgo russo. Quasi fosse la chiusura di un ciclo. La natura, anche in questo caso, la fa da padrona, come nella stagionalità della fioritura dei ciliegi (o piuttosto dovremmo dire della vita), che tutti, attori e spettatori, si aspettano di vedere ma che mai compare sulla scena.

E tra ricordi, attese, speranze, lacrime e risate, qualche furbizia e mille facezie, Čechov con una leggerezza farsesca ci racconta il dramma dell’esistenza.

Tralasciando la lettura politica, mi appello a Ferdinando Bruni (oltre che materico/passionale attore, in questa occasione “solo” mirabile regista): “Čechov si nasconde dietro la sua creazione, senza imporci una tesi o una visione, lasciandoci liberi (....) di leggervi quello che ciascuno sente importante per sé. Il resto non conta”.

Quel che conta per me, in questo Giardino, oltre alla regia naturalmete, è la compagnia. Talmente ricca di collaudati attori che è impossibile citarli tuti, perché solo citarne i nomi, senza spendere qualche parola in più, non renderebbe loro il giusto merito.