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La lingua langue

spanoraccontato da
Cinzia Spanò
 
testo e regia
Francesco Frongia
 

con
Nicola Stravalaci

luci
Giacomo Marettelli Priorelli

produzione
Teatro dell'Elfo


 
L’anima, o caro, si cura con certi incantesimi. E questi incantesimi sono le parole belle.”  

Hanno attraversato i secoli le parole di Platone, eppure non smettono di evocare in maniera immediata e condivisa lo stretto legame che esiste fra le parole e quella sorgente potente e misteriosa che ci abita. E di conseguenza, tra le parole e il nostro destino. Di questo legame siamo spesso incuranti, trascurando il fatto che non solo chi pensa male parla male, ma anche che chi parla male pensa male, essendo la nostra capacità di pensare direttamente proporzionale al numero e alla complessità delle parole che possediamo.

Secondo alcuni studi internazionali svolti negli ultimi decenni comparando 30 fra i paesi considerati più istruiti, l'Italia è agli ultimi posti per alfabetizzazione, seguito solamente da Portogallo e Messico. I dati sono impressionanti; tra analfabeti totali, semi-analfabeti, analfabeti di ritorno e analfabeti funzionali, risulta esserci soltanto un 20% di italiani in grado di leggere e scrivere correttamente e comprendere appieno il senso delle parole che incontra e che usa. I dati sono certamente deprimenti, ma quello che risulta davvero devastante è il dubbio strisciante di appartenere a questa maggioranza di “analfabeti a vario titolo” senza neanche essercene resi conto.

A toglierci ogni dubbio arriva, a dispetto di questa seriosa introduzione, uno degli spettacoli più divertenti dell’anno: La Lingua Langue di Francesco Frongia, interpretato da Nicola Stravalaci.