Menu


"Knowledge is power."  Francis Bacondivisorio"Always forgive your enemies - nothing annoys them so much."  Oscar Wildedivisorio"Life is a tragedy when seen in close-up, but a comedy in long-shot." Charlie Chaplindivisorio"If you want a happy ending, that depends, of course, on where you stop your story." Orson Wellesdivisorio"Life is divided into the horrible and the miserable."  Woody Allendivisorio"Cela vieillit, tu sais, d'être une jolie fille sans un sou." Jean Anouilh divisorio"Hell is empty and all the devils are here."  William Shakespearedivisorio"Acting is a nice childish profession - pretending you're someone else and, at the same time, selling yourself."  Katharine Hepburndivisorio"If you don't know where you are going, any road will get you there." Lewis Carrolldivisorio"I'll always be there because I'm a skilled professional actor. Whether or not I've any talent is beside the point." Michael Cainedivisorio"The nicest thing for me is sleep, then at least I can dream." Marilyn Monroedivisorio"La meilleure crème de beauté, c'est la bonne conscience." Arlettydivisorio

La palestra della felicità

truduraccontato da
Daniel Trudu
 
testo di
Valentina Diana
 
con
Elena Russo Arman
Cristian Giammarini

regia
Elena Russo Arman

scene e costumi
Elena Russo Arman

musiche
Alessandra Novaga

luci
Nando Frigerio

suono
Luca De Marinis
 

Commedia e tragedia: solo la messinscena ha capacità di far coesistere due facce della stessa medaglia, ovvero il dualismo della vita, attraverso il grottesco che è contrasto, sproporzione, squilibrio.


Che cosa sono le nostre vite se non grotteschi e, ahimè, spesso infruttuosi allenamenti nella “palestra della felicità”?

Che cosa siamo se non “personaggi” senza autore alla estenuante ricerca della sceneggiatura ideale?

Qui il teatro si fa metareferenziale, scopre le carte e strizza l'occhio allo spettatore; gli fa il verso e ride con lui delle umane miserie.

A e B sono due manichini animati, due personaggi che indossano i nostri panni (sporchi); sono icone-­specchio delle nostre esistenze.

A e B sono i nostri avatar che agiscono nella virtualità (quantomai realistica) del teatro inscenando le nostre pulsioni, costruttive e distruttive, di vita e di morte.

 

Come in una casa delle bambole per (pseudo)adulti - ­ci sono anche le caffettiere che parlano e cantano - vengono inscenate le esistenze di X coppie di personaggi che abito dopo abito, parrucca dopo parrucca, raggiungono l'inevitabile punto di non ritorno.