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La scuola delle scimmie

disaccoraccontato da
Elisa Di Sacco
 
di Bruno Fornasari
 
regia
Bruno Fornasari

con
Tommaso Amadio
Luigi Aquilino
Emanuele Arrigazzi
Sara Bertelà
Silvia Lorenzo
Giancarlo Previati
Irene Urciuoli

scene e costumi
Erika Carretta

disegno luci
Fabrizio Visconti
 
 

Gli uomini non discendono dalle scimmie, gli uomini sono scimmie.

Ecco, il mio racconto de La scuola delle scimmie, il nuovo spettacolo scritto e diretto da Bruno Fornasari potrebbe concludersi qui.

Ma, ahimè, mi hanno chiesto di scrivere un po’ di più (“non troppo, eh, mi raccomando”) e quindi mi tocca spiegarmi.

Innanzitutto, partiamo dalla trama (no spoiler). Lo spettacolo è la storia di due storie: da una parte quella, ambientata nel 1925, di John Thomas Scoopes, giovane professore di una cittadina del Tennessee, che decide di spiegare ai suoi alunni la teoria dell’evoluzionismo, dichiarata fuori legge dallo Stato perché contraria alla teoria creazionista biblica; dall’altra quella di un altro giovane professore di scienze naturali, ma che vive nel 2015 e che ai suoi alunni racconta la storia di Scopes. Si dovrà scontrare con la preside della scuola, con idee tradizionali ai limiti del bigottismo, e, più in generale, con una realtà scolastica che mette seriamente in discussione i suoi ideali.

Ora, per chi, come me, al liceo non prendeva mai più di 4 in scienze, la teoria dell’evoluzionismo è quella del buon vecchio Charles Darwin, quella secondo cui l’uomo è il risultato di un processo di selezione del più adatto, cioè di quello che meglio si adegua al contesto ambientale e sociale nel quale vive.