Peter Pan guarda sotto le gonne

TRILOGIA SULLA TRANSESSUALITÀ - CAPITOLO I

Non credo capiti spesso. Piu' che altro non credo capiti a tutti. Ritrovarsi fortunosamente ad assistere in anteprima alle prove di uno spettacolo teatrale che in buona percentuale rappresenta la Tua infanzia. Ed il bello è che non sei stato l'ispirazione di nessuno... semplicemente hai rivisto Te Stesso in una realtà riguardante qualcun altro. Si, perchè alla fine NOI siamo, piu' o meno, tutti uguali. Cosa intendo con quel "Noi"?

Intendo innanzitutto Persone. Persone semplici, complicate, tristi, felici... persone che vivono in modo indipendente la propria vita, ma accomunate in modo indissolubile da una condizione che le rende Simili piu' di quanto credano : La Transessualità.

Ritengo Geniale l'intuizione da parte del regista di sovrapporre questa realtà alla favola di Peter Pan. Forse non tutti riusciranno a trovare l'aggancio o la similitudine tra un fanciullo che rifiuta di crescere ed una persona che prova disagio per il proprio sesso di nascita. Per me è piuttosto semplice, ma io vinco facile. Forse anche perchè amo la narrazione di James Barrie, nella quale mi son ritrovato fin da bambino. I giardini di Kensington, L'isola che non c'è, quel posto in cui il tempo si ferma... quel posto in cui non devi spiegazioni a nessuno, dove puoi essere e restare per sempre ciò che desideri. Chiunque abbia qualcosa da rinfacciare al tempo che passa vorrebbe vivere in un posto del genere. Fermarsi, avere tutto il tempo del mondo, senza pressioni esterne. Perchè chiunque ci stia vicino, dall'esterno, crea dei progetti al posto nostro. Saremo dei medici, degli avvocati, dei bravi padri, delle brave madri. Fedeli, corretti, facoltosi... insomma, tutte quelle scemenze che riguardano l'attuale "normalità". ... e quando la Normalità viene a mancare?