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To the Ends of the Earth

montedororaccontato da Marialuisa Montedoro
 
di
Kurosawa Kiyoshi
 
con
Atsuko Maeda
Ryo Kase
Shota Sometani
Adiz Radjabov
Tokio Emoto

fotografia
Akiko Ashizawa

montaggio
Koichi Takahashi

costumi
Haruki Koketsu
 

Film di chiusura della 72° edizione del Locarno Film Festival, presentato in anteprima internazionale in Piazza Grande, “To the Ends of the Earth”, del giapponese Kiyoshi Kurosawa (nessuna parentela con Akira), si presta a diversi piani di lettura: un’opera dai contenuti sentimental-pop o politici a seconda dell’occhio e della sensibilità dello spettatore; la contaminazione di genere è del resto la peculiarità del regista, classe 1955, che vanta all’attivo ben 24 lungometraggi tra commedie e yakuza film ma anche horror e thriller.

Protagonista della storia è Yoko, la ventinovenne Atsuko Maeda, fino a qualche anno fa cantante in una band e idolo delle teenager giapponesi. Yoko è una telereporter in trasferta con una troup tutta maschile per girare un mediocre servizio di costume sulla società utzbeka. Obiettivo principale è riuscire a mostrare al pubblico televisivo un fantomatico enorme pesce che vive nel lago Aydar: il misterioso bramul.

Yoko deve misurarsi con un Paese a lei ignoto, in una lingua che non è la sua e che lei non comprende.

Tra tentennamenti e slanci, paure e curiosità, Yoko affronta questa nuova esperienza con impegno e dedizione, anche quando le viene chiesto di mangiare un piatto locale a base di riso che per esigenze di scena sarà crudo o quando il suo regista le fa fare non uno ma ben tre giri su un’infernale macchina al parco giochi di Tashkent (in una scena che Alfred  Hitchcock avrebbe sicuramente apprezzato).